Namibia & Seychelles
Namibia & Seychelles
Dal 28 Luglio al 14 Agosto 2016
28 Luglio 2016:Italia / Johannesburg
Partenza da Milano per Johannesburg via scalo internazionale con pasti e pernottamento a bordo.
29 Luglio 2016:
Johannesburg/Windhoek/Deserto del Kalahari 275
Proseguimento in transito per Windhoek.
All’arrivo disbrigo delle formalità d’ingresso ed incontro con la guida locale di lingua italiana.
Si procede verso le rosse dune del Deserto del Kalahari via Rehoboth.
Sistemazione in lodge e tempo permettendo si prende parte ad un primo “nature drive” per iniziare ad apprezzare questo incredibile eco-sistema.
Cena e pernottamento al lodge.
Kalahari
Il deserto del Kalahari è una vasta distesa sabbiosa che si estende per circa 520.000 km², è situato sull’immenso altopiano che copre l’Africa australe e si trova ad una altezza media di 900 metri. Copre il 70% del territorio del Botswana e parti dello Zimbabwe, della Namibia e del Sudafrica ed è il quarto deserto al mondo per estensione. Il deserto del Kalahari si trova all’interno di un bacino che porta lo stesso nome e misura oltre due milioni e mezzo di chilometri quadrati arrivando a coprire ben nove paesi africani. Il nome Kalahari deriva dalla parola Kgalagadi della lingua Tswana e significa “la grande sete”. Il Kalahari è un deserto di sabbia rossa, in parte arido e in parte semi arido. Parti del Kalahari ricevono più di 250 mm di acqua piovana ogni anno, mentre la zona veramente arida si trova a sud-ovest, dove ogni anno piovono meno di 175 mm d’acqua, rendendo quest’area un deserto di tipo fossile. Le temperature estive variano dai 20 ai 40 °C, mentre in inverno il clima è secco e freddo, con una temperatura minima che può essere sotto lo zero. Le uniche riserve d’acqua di grandi dimensioni sono costituite dai pan, laghi salati effimeri che si riempiono durante la stagione delle piogge. Tra gli animali che vivono nella regione vi sono iene, leoni, suricati, antilopi e molte specie di rettili e uccelli. La vegetazione è molto variegata e comprende più di 400 specie di piante, ma consiste principalmente di graminacee e acacie. Il Kalahari ospita l’antico popolo nomade dei Boscimani, che si crede vivano in queste terre come cacciatori-raccoglitori da almeno ventimila anni. Vi sono numerosi giacimenti di carbone, rame e nichel e una delle più grandi miniere di diamanti del mondo.
I Boscimani o San come preferiscono farsi chiamare, sono gli abitanti più antichi dell’Africa Australe. Sembra accertato dalla scienza ufficiale che i San costituiscano uno dei più antichi rami dell’evoluzione dell’uomo moderno. I San vivevano perlopiù in gruppi nomadi composti di 25-35 persone. Ciascun gruppo si componeva di diverse famiglie. Questa etnia applicava un sistema di divisione delle terre in base al quale ogni gruppo aveva un suo territorio definito, che poteva misurare anche 1000 Kmq. Non vi era una gerarchia politica e non esistevano capi: le decisioni erano prese collettivamente dall’intero gruppo, all’interno del quale avevano diritto di parola tanto gli uomini quanto le donne. Ma non tutti i San vivevano solo di caccia e di raccolta. All’inizio del XIX secolo i San gestivano, infatti, una delle più vaste reti commerciali dell’era pre coloniale, estesa in tutto il Kalahari. L’arrivo delle popolazioni bantu, portò al declino di questo popolo che si aggravò ulteriormente con l’arrivo dei Boeri. Il conflitto con i bianchi è stato particolarmente cruento: i Boscimani erano accusati di attaccare indiscriminatamente il bestiame e di cacciare in zone che ora appartenevano ai coloni, di conseguenza furono perseguitati e addirittura cacciati dai coloni alla stregua di animali feroci. Oggi i San vivono principalmente in Botswana, nel deserto del Kalahari e in Namibia e sono considerati al livello più basso della scala sociale africana perché, non avendo più terra, hanno dovuto abbandonare il proprio stile di vita e di conseguenza la loro cultura. In Namibia vivono nella parte nord-orientale del paese e si suddividono in quattro gruppi: i Naro nella zona di Gobabis, gli !Xukwe e gli Hei//Kom nel Bushmanland occidentale, nel Kavango e nel Caprivi e gli Ju/hoansi (o !kung) nel Bushmanland orientale, numerosi soprattutto nella zona intorno alla città di Tsumkwe. In passato la grande flessibilità della loro società ha aiutato i San a sottrarsi alle conquiste e alle dominazioni di altri popoli, ma al tempo stesso ha impedito loro di organizzarsi per formare gruppi di pressione e quindi rivendicare e difendere i loro diritti.
Deserto del Kalahari / Deserto del Namib 270
Attraverso bei passi montani ed ampie vallate si giunge in prossimità dell’incredibile Deserto del Namib, uno dei più antichi del nostro Pianeta.
Il pomeriggio sarà a disposizione per meglio apprezzare con tranquillità questo suggestivo panorama.
Cena e pernottamento al lodge.
31 Luglio 2016:
Sossusvlei, Dead Vlei & Sesriem Canyon 200
Finalmente oggi si scoprirà uno degli angoli più incredibili del nostro Pianeta.
La sveglia sarà mattutina per godere della migliore luce durante questa bellissima escursione alle rinomate dune di Sossusvlei, all’emozionante Deadvlei
e al vicino canyon di Sesriem la cui conformazione geologica svela molti misteri sulla formazione e l’evoluzione del nostro Pianeta Terra.
Ci sarà nel pomeriggio del tempo a disposizione per godere a pieno della bellezza di questo suggestivo deserto.
Sossusvlei
Questa valle dove il fiume Tsauchab scompare tra l’argilla bianca alla base di alcune tra le dune più alte del mondo, è una delle attrazioni turistiche più spettacolari della Namibia. Le dune si stendono a perdita d’occhio e le loro ricche colorazioni variano dall’albicocca al rosso e all’arancio vivo. Tre dei punti più belli nella zona di Sossusvlei sono: Hiddenvlei, a breve distanza dal parcheggio 2×4, Deadvlei, così nominata a causa degli scheletrici tronchi di antiche acacie che si trovano al centro della secca piana e Sossusvlei stessa. Se le piogge sono abbondanti, il fiume Tsauchab riesce a scorrere fino alla valle creando un paradiso per gli uccelli acquatici. Anche durante la stagione secca spesso è possibile vedere orici, antilopi saltanti e struzzi che si nutrono della sparsa vegetazione lungo i corsi d’acqua. Il Nara!, un frutto simile allo Tsamma, melone che si trova in questa zona, viene mangiato per il suo contenuto d’elementi nutritivi e di liquido.Le dune del Namib si estendono a sud, dall’Orange al Kuiseb River, (nella zona nota come dune sea o “mare di dune”) e a nord, da Torra Bay nel parco della Skeleton Coast fino al fiume Cuoca in Angola. Sono composte da variopinte sabbie di quarzo ed hanno sfumature che vanno dal color crema all’arancio, al rosso e al viola. A differenza delle antiche dune del Kalahari, quelle del Namib sono dinamiche perché si spostano e assumono forme particolari per effetto del vento. La parte superiore della duna, rivolta in direzione dello spostamento, si chiama pendio di scorrimento ed è qui che la sabbia, cadendo dalla cresta, scivola verso il basso. In questo punto si accumulano le particelle vegetali e i detriti animali che costituiscono la magra fonte alimentare degli abitanti di quest’ambiente e proprio per questo motivo vi si concentrano quasi tutte le forme di vita esistenti sulle dune.
Di giorno le temperature in superficie possono raggiungere i 70ºC, ma nella parte sottostante i granelli di sabbia sono separati da ampi spazi nei quali l’aria circola liberamente e molti di questi piccoli animali trovano qui fresco rifugio. Quando poi arriva il freddo della notte, essi approfittano del fatto che la sabbia trattiene parte del calore assorbito di giorno per crearsi un caldo riparo. I luoghi migliori per osservare la vita nel deserto sono Sossusvlei e le dune del sud di Homeb, sul Kuiseb River.
Molti anni fa il fiume Tsauchab, che sorge nelle montagne Naukluft e Zaris intagliò un canyon in questa zona apparentemente desolata. Il Sesriem Canyon in realtà ospita uccelli, animali e piante perché le sue ripide pareti impediscono l’evaporazione dell’acqua e proiettano fresche ombre sul canyon. Oggi il fiume Tsauchab scorre solo dopo abbondanti piogge. Pare che il nome “Sesriem” derivi dal fatto che i primi visitatori dell’area raccogliessero l’acqua dal fiume unendo sei cinghie per i buoi (“riems” in Afrikaans) per fare in modo che un secchio raggiungesse l’acqua dalla cima del canyon. La parte ovest di questo canyon profondo 30 metri diventa gradualmente più bassa e a un certo punto il fiume si espande e forma una valle lungo il suo corso per Sossusvlei.
01 Agosto 2016:
Sossusvlei / Swakopmund 350
Dopo la prima colazione il nostro viaggio prosegue verso la cittadina di Swakopmund attraversando il Tropico del Capricorno e il Kuiseb Pass.
Arrivo a destinazione nel pomeriggio, cena in ristorante e pernottamento.
Swakopmund
E’ la seconda città della Namibia per fama e la terza per abitanti. In dicembre e gennaio diventa il luogo più turistico del Paese, dato che migliaia di Namibiani ci trascorrono le vacanze estive. Effettivamente ha tutto l’aspetto di un luogo di vacanze con i suoi viali di palme, il lungomare e un numero notevole di alberghi, guest house, bar e ristoranti. In luglio e agosto, corrispondenti all’inverno australe, ha un clima umido e freddo. Nel centro conserva alcuni palazzi in stile coloniale, c’è il casinò e diversi negozi di artigianato, antichità e souvenir. E’ a soli 30 km da Walvis Bay e basta uscire dalla città, umida e piovosa, per entrare nel deserto del Namib e trovare il sole che risplende. Swakopmund conserva ancora uno stile coloniale. Le vie sono larghe ed allineate con le palme di datteri originalmente piantate dai tedeschi. La birra è fermentata localmente dai fabbricanti di birra addestrati dai Tedeschi secondo la legge del 1516 sulla purezza. Ed anche se è l’inglese la lingua ufficiale, si può conversare liberamente in tedesco, lingua che ancora sopravvive, parlata e capita dalla maggior parte della popolazione. Esistono molteplici cose da fare in questa città, ed è abbastanza piccola per essere esplorata facilmente a piedi. Tutti i servizi principali che vi attendereste da una città sono qui, come ad esempio, un ufficio postale principale, officine meccaniche, ambulatori medici e ristoranti eccellenti.
Arrivando da Windhoek alcuni chilometri prima di entrare a Swakopmund, si nota sulla sinistra una vecchia locomotiva a vapore. Narra la storia che nel lontano 1896 venne importata dalla Germania con lo scopo di trasportare le merci tra la costa e l’interno del Paese, sostituendo i carri trainati dai buoi. La locomotiva rimase per parecchio tempo ferma nel porto, a causa di un conflitto tra Herero e Khoi Khoi e, quando finalmente giunse il momento di usarla, si scoprì che nessuno era in grado di farla partire. Dopo ripetuti tentativi, si riuscì a farla funzionare, ma ci si rese conto che la quantità d’acqua che consumava era enorme. Dopo alcuni viaggi la locomotiva si ruppe e lì restò. Venne battezzata Martin Lutero, in memoria del riformatore religioso tedesco e di una sua frase celebre che ricorda il destino di questa locomotiva.
02 Agosto 2016:
Swakopmund – Walvis Bay 100
Prima colazione e trasferimento nella piccola cittadina costiera di Walvis Bay a circa 50 Km a sud.
Si prende parte ad un’interessante crociera (Dolphin Cruise) sulla placida baia di Walvis Bay dove letteralmente le alte dune del Namib si tuffano nell’Oceano.
Innumerevoli specie d’uccelli marini popolano la baia così come otarie, elefanti marini e delfini. A bordo viene servito un pranzo leggero.
Rientro al termine dell’escursione a Swakopmund e pomeriggio a disposizione per relax e/o shopping. Cena in ristorante, pernottamento.
Walvis Bay
Walvis Bay è situata a circa 30 km a sud di Swakopmund. Lo splendido porto naturale è protetto da una lingua di terra chiamata Pelican Point. Il navigatore portoghese Bartolomeo Diaz giunse nel punto in cui sorge l’odierna Walvis Bay l’8 dicembre 1487 e gli diede il nome di Bahia de Santa Maria de Conceicao, successivamente mutato in Bahia das Baleias o “Baia delle Balene”. Questo porto naturale era però privo di sorgenti d’acqua dolce e così cadde nell’oblio per i tre secoli successivi. Nel 1784 i balenieri americani cominciarono a operare in zona e chiamarono la località semplicemente Whale Bay. Dopo la notizia dell’eccezionale pescosità di queste acque, il 23 gennaio 1793 giunse dal Capo il vascello olandese Meermin che annesse la baia e ne tradusse il nome in olandese, mutandolo in Walvisbaai: ebbe così inizio una partita politica che per i 200 anni successivi avrebbe visto questa piccola enclave di 1124 kmq passare di mano in mano. Intorno al 1840 il capo nama Jan Jonker Afrikaner aprì una pista per trasportare il rame estratto dalla miniera di Matchless al porto di Walvis Bay, che di lì a qualche anno iniziò a destare l’interesse anche della Germania. Quando questo interesse divenne palese, nel 1878 la Gran Bretagna annesse formalmente Walvis Bay al proprio territorio e sei anni dopo la inglobò nella Colonia del Capo. Nel 1910 la zona entrò a far parte dell’Unione del Sudafrica e, dopo la sconfitta della Germania alla fine della prima guerra mondiale, fu posta sotto il mandato conferito dalle Nazioni Unite al Sudafrica per amministrare tutta l’Africa sud-occidentale. Il 1977 fu l’anno in cui il Sudafrica decise unilateralmente di ricondurre Walvis Bay alla provincia del Capo. Le Nazioni Unite non si fecero intimidire da quest’atto non autorizzato e chiesero che l’enclave tornasse subito sotto mandato, appello che fu ignorato dal Sudafrica. Quando la Namibia ottenne l’indipendenza nel 1990, la costituzione incluse Walvis Bay nel territorio nazionale, ma i Sudafricani continuarono ostinatamente a mantenere il controllo della zona. Data la posizione strategica del porto naturale e, l’importanza economica delle saline, delle piattaforme di guano e delle acque molto pescose, il possesso di Walvis Bay divenne una questione di enorme importanza per la Namibia.
In seguito si decise che nel 1992 il Sudafrica avrebbe tolto i suoi posti di frontiera e avrebbe amministrato l’enclave insieme alla Namibia, ma poco dopo il Sudafrica dovette rinunciare del tutto a Walvis Bay.
Il 28 febbraio 1994 fu ammainata per l’ultima volta la bandiera sudafricana e issata quella namibiana.
Laguna
La laguna, il bird paradise presso il depuratore e le saline formano una zona acquitrinosa che costituisce la più importante meta di uccelli migratori della costa dell’Africa meridionale, tanto che vi giungono ogni anno fino a 150.000 volatili. Con le sue acque basse e protette, questa laguna di 45.000 ettari situata a sud-ovest della città e a ovest della foce del Kuiseb, richiama una vasta schiera di uccelli acquatici e ospita da sola la metà dei fenicotteri che popolano l’Africa australe. A volte si possono avvistare anche pivieri e piovanelli e trampolieri. Tra l’altro qui si è anche stanziata in modo permanente la rara Sterna del Damara.
Fenicotteri
I fenicotteri si radunano in grandi stormi intorno alle pozze lungo la costa del Namib alla ricerca soprattutto delle alghe e dei crostacei che proliferano lungo questo spoglio litorale. I fenicotteri hanno un complicato e sofisticato sistema per filtrare il cibo dalle acque altamente alcaline dei laghi di soda, dei mari e delle pozze salmastre. Il fenicottero minore filtra le alghe dall’acqua risucchiandola e poi espellendola vigorosamente dal becco, che viene immerso capovolto. Le minuscole particelle sono trattenute da sottilissime lamelle che rivestono la parte interna delle mandibole. La suzione avviene per mezzo della stessa lingua, che occupa un incavo nella parte inferiore della mandibola e pompa l’acqua come un pistone. Il fenicottero rosa integra la sua alimentazione, a base di alghe, con piccoli molluschi, crostacei e particelle organiche che si trovano sul fondo fangoso. Quando mangia, si muove in cerchio pestando le lunghe zampe, come per spaventare le sue potenziali prede. Il fenicottero maggiore e quello minore si distinguono soprattutto per la colorazione: mentre il primo ha un piumaggio che va dal bianco al rosa pallido e un becco biancastro con la punta nera, il secondo è un rosa più intenso – spesso rossastro – e il suo becco è rosso scuro.
03 Agosto 2016:
Swakopmund / Damaraland 350
Dopo la prima colazione si procede in direzione Nord verso la regione del Damaraland,
una delle più interessanti da un punto di vista geologico nonchè tra le più belle da un punto di vista paesaggistico.
Arrivo al lodge e resto della giornata a disposizione per relax. Cena e pernottamento.
Il nome Damaraland deriva dalla popolazione Damara. In Namibia è prassi chiamare un’area con il suffisso della popolazione e la parola land (Kaokoland, Bushmanland, Owamboland e Hereroland). La regione si trova a sud del Kaokoland ed è compresa fra il fiume Hoanib a nord e la strada principale che univa, ed unisce, Swakopmund a Windhoek. Con l’introduzione della suddivisione in aree delle popolazioni namibiane ad opera dei sudafricani, i popoli si sono raggruppati in zone ben definite. Dopo l’indipendenza della Namibia dal Sudafrica, 21 marzo 1990, il nuovo governo, desideroso di cancellare le memorie di segregazione, ha rinominato le aree conferendo nomi difficili anche da pronunciare. Per questo motivo, ancora oggi, il Damaraland mantiene il suo nome storico. La gente Damara ha un’eredità culturale ricca: pastori, allevatori ed agricoltori sono ancora presenti su tutto il territorio. Molto caratteristici sono i carretti in legno trainati da buoi o da asini, chiamate simpaticamente le Kalahari Ferrari. È una regione ricca ed affascinante, dove convivono morbide dune, il deserto roccioso e le maggiori cime montuose della Namibia. Qui si trovano incredibili panorami: le incisioni rupestri di Twyfelfontein, il grandioso anfiteatro nel centro del quale si trova il “Vingerklip”, le canne d’organo, spettacolari rocce basaltiche, la montagna bruciata, la foresta pietrificata … le colline ed i koppies sono di granito, datate 2 miliardi di anni. Gli alloggiamenti antichi del magma, formati durante le ere preistoriche, a causa degli spostamenti delle zolle si sono aperti e rovesciati sulla superficie. Il magma superficiale si è raffreddato velocemente, diventando più friabile, quello sottostante si è raffreddato più lentamente diventando più solido e compatto. La fauna del Damaraland è la seconda più ricca del paese dopo quella del Parco Etosha. Qui infatti si potranno ammirare animali interessantissimi come gli elefanti del deserto, eccezionale esempio di adattamento alle avverse condizioni ambientali, il rinoceronte nero, molti struzzi, springbok, Damara dik dik, steenbok, babbuini, kudu, porcospini, saltarupi, facoceri, zebre, orici e giraffe. Tra i predatori ricordiamo una discreta quantità di leoni, leopardi, ghepardi e iene, otocioni il carnivoro più comune è lo sciacallo dalla gualdrappa. Il bird watching è molto interessante, grazie alla presenza di molti rapaci fra i quali l’aquila nera, l’aquila marziale ed il falco giocoliere. Nell’area compresa tra Palmwag e Khorixas sono stati costituiti due campi per la reintroduzione e salvaguardia del rinoceronte, il paesaggio è caratterizzato da piccole e dolci colline rocciose e pianure semidesertiche, con i piccoli cespugli e gli alberi bassi. Oltre ai rinoceronti troviamo gli elefanti del deserto, chiamati anche i fantasmi del deserto, poiché usano la sabbia bianca per pulirsi.
04 Agosto 2016:
Twyfelfontein / Himba / Ongava (Etosha) 350
Dopo la prima colazione si visita lo splendido sito rupestre di Twylfelfontein, oggi sotto la tutela dell’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, le singolari “canne d’organo” e la Montagna Bruciata.
Lungo il trasferimento verso il rinomato Parco Etosha, si sosta presso un villaggio Himba, senza dubbio una delle etnie più belle del continente africano.
Purtroppo, come spesso accade, i frequenti contatti con i turisti hanno tolto un pò di autenticità a questa visita
ma rimane pur sempre un’occasione unica per apprendere usi e consumi di questa bella e fiera popolazione.
Arrivo al lodge situato ai bordi meridionali del Parco. Pernottamento.
Twyfelfontein
Probabilmente la zona più conosciuta del Damaraland è la zona di Twyfelfontein. I Damara, che un tempo vivevano in questa zona, la denominarono Uri-Ais o “fontana saltante” dalla sua sorgente di acqua fresca. Nel 1947 il nome è stato cambiato in Twyfelfontein, che significa “fontana dubbiosa”, dal primo colone bianco che riteneva che la sorgente fosse troppo debole per rappresentare un valido supporto per la natura circostante. Nel 1952 la zona è stata dichiarata monumento nazionale, non per la sua acqua ma per i suoi tesori artistici; nel 2007 è diventato sito Unisco. Twyfelfontein è conosciuta per l’abbondanza di graffiti e pitture rupestri, petroglifici, situati in una valle a forma di U di arenaria rossa. Si crede che i graffiti risalgano a circa 6000 anni fa. In totale vi sono oltre 2500 graffiti, che sono stati divisi in 6 categorie o fasi, dal 300 aC sino al 19 secolo. La maggior parte dei graffiti rappresenta animali e le loro orme, con rare rappresentazioni di uomini rispetto alle migliaia di immagini presenti. Per visitare i petroglifici è obbligatorio essere accompagnati da una guida e si possono scegliere 2 percorsi: il Lion Man ed il Dancing Kudu, entrambi davvero belli ma solo il Dancing Kudu permette di vedere in modo inequivocabile i petroglifici dipinti. Il paesaggio attuale è frutto di processi erosivi durati milioni di anni che tagliarono profonde valli fluviali nei vecchi depositi desertici e, persino, negli strati di roccia sottostanti. L’erosione, inoltre, “tagliò” enormi rocce dalle montagne intorno a Twyfelfontein che, successivamente, precipitarono a valle, dando al luogo l’aspetto attuale. Le rocce presenti in loco forniscono una preziosa testimonianza dell’esistenza di bacini fluviali nel mezzo del deserto di Gondwana. L’area, in ogni caso, era essenzialmente desertica, come ci testimoniano le rocce di sabbia pietrificata presenti sul luogo. Tra queste particolare interesse destano, per la loro bellezza, le rocce che presentano increspature sabbiose, dovute principalmente all’azione del vento, successivamente pietrificate. Degne di nota, infine, sono particolari rocce, che presentano una superficie “crivellata” dagli agenti atmosferici. Il fenomeno è causato dal fatto che parti di questa roccia vengono “dissolte”, mentre altre non subiscono identico processo. Questo causa la nascita di “cavità” nella roccia e contribuisce a conferirne l’aspetto attuale. Dal 2007 è stato nominato Sito Patrimonio dell’Unesco.
Le Canne d’Organo
L’origine dello spettacolo ammirabile in questa valle risale ai processi magmatici che interessarono il Damaraland all’incirca 125 milioni di anni fa. In questa zona è possibile osservare “pilastri” di dolerite che, nonostante l’abbondanza di tale roccia anche nel resto del paese, sono unici. Ma cos’è che conferisce a questi pilastri il loro aspetto poligonale? La fisica ci viene in aiuto. Qualsiasi corpo deformabile in natura tende ad assumere la forme di una sfera. Il motivo è dovuto al fatto che la sfera è il corpo geometrico che presenta il maggior volume in funzione della minore superficie. I corpi che invece non possono muoversi liberamente, tendono a formare poligoni. Il magma doleritico presente nella valle delle Canne d’Organo quando si formarono queste meraviglie della natura, “colò negli stampi” costituiti dalla rocce presenti. Non potendo quindi muoversi liberamente,assunse una forma poligonale che, solidificandosi, assunse la forma attuale.
Parco Etosha 100
Sveglia di buon mattino. La giornata odierna ci riserverà grandi emozioni. Sarà infatti dedicata all’esplorazione del Parco Etosha.
In lingua Ovambo Etosha significa “il luogo dell’acqua asciutta”. Con un’estensione di 22.270 Kmq è uno dei parchi più grandi dell’Africa.
Il Parco comprende l’Etosha Pan, una distesa desertica ricoperta da uno strato di sale lasciato da un antico lago risalente a circa 12 milioni di anni fa.
A seguito di sconvolgimenti tettonici, il fiume Kunene, che lo alimentava, cambiò il suo corso dettandone così il prosciugamento.
Non mancherà un “Nature Drive” anche dentro la Riserva di Ongava che presenta una delle più alte concentrazioni di rinoceronti al mondo. Cena e pernottamento al lodge.
Etosha National Park
L’Etosha National Park è il primo parco fondato in Namibia nel 1907 e sicuramente uno dei migliori luoghi al mondo per osservare gli animali. Il suo nome significa “grande luogo bianco asciutto”, anche conosciuto come “la terra delle acque asciutte” e deriva dalla vasta depressione salina dalle sfumature bianche e verdastre chiamata Etosha Pan. Ma sono le foreste e le praterie circostanti a costituire un habitat tanto favorevole alla fauna del parco. L’Etosha National Park occupa una superficie di oltre 20 000 kmq, dove vivono 114 specie di mammiferi, 340 di uccelli, sedici di rettili e anfibi e un’innumerevole varietà d’insetti.
L’Etosha Pan è un vastissimo deserto salino pianeggiante che per pochi giorni l’anno, per via delle piogge, si trasforma in una laguna poco profonda popolata da fenicotteri e pellicani bianchi. Quando si formò, dodici milioni di anni fa, era una depressione poco profonda alimentata dalle acque del fiume Kunene, ma i mutamenti climatici e tettonici verificatisi nel corso dei secoli hanno fatto abbassare il livello dell’acqua e creato questa depressione salina che ora si riempie d’acqua solo sporadicamente. Quando le precipitazioni sono abbondanti, essa è alimentata da fiumi effimeri detti oshanas e omiramba che sono valli fluviali fossili i cui corsi d’acqua scorrono talvolta sotto terra.
La pianta più diffusa a Etosha è il Mopane, che circonda la depressione salina e costituisce circa 80% dell’intera vegetazione. Secondo la stagione si possono vedere nel parco elefanti, giraffe, zebre, antilopi saltanti (springbok), alcelafi rossi, gnu, orici (gemsbok), antilopi alcine, kudu maggiori, antilopi roane, struzzi, sciacalli, iene, leoni, ghepardi e leopardi. Tra le specie in pericolo di estinzione vi sono l’impala dal muso nero e il rinoceronte nero. La densità degli animali è in relazione alla vegetazione. Nella stagione secca invernale gli animali si raggruppano intorno alle pozze d’acqua, mentre durante i caldi e piovosi mesi estivi si disperdono e trascorrono le giornate riparandosi nella boscaglia. Di pomeriggio si possono vedere gli animali che riposano sotto gli alberi. Le temperature estive possono raggiungere i 44ºC. Anche gli uccelli abbondano, i buceri dal becco giallo sono molto diffusi e a terra si possono vedere le enormi otarde di Kori.
06 Agosto 2016:
Etosha / Windhoek / Italia 450
Sveglia di buon mattino e rientro a Windhoek con una sosta lungo il percorso a Okahandjia.
Partenza per con voli di linea via Johannesburg e pernottamento presso l’Hotel Peermont D’oreale Grande.
07 Agosto 2016:
Prima colazione e partenza con volo di linea per le Seychelles.
Arrivo all’aeroporto internazionale di Mahè trasferimento presso l’hotel Coral Strand.
Sistemazione nella camera Deluxe Suite Ocean View riservata, cena e pernottamento.
Dal 08 al 09 Agosto 2016:
Trattamento di mezza pensione in hotel.
Intere giornate de dedicare ad attività balneari sulla meravigliosa spiaggia o ad escursioni per scoprire il magico mondo delle isole Seychelles.
10 Agosto 2016:
Prima colazione in hotel e trasferimento all’aeroporto per la partenza del voletto interno per Praslin, arrivo e trasferimento presso l’hotel Acajou sistemazione nella camera riservata, cena e pernottamento.
Dal 11 al 12 Agosto 2016:
Trattamento di mezza pensione in hotel.
Intere giornate de dedicare ad attività balneari sulla spiaggia o ad escursioni per conoscere l’isola
13 Agosto 2016:
Prima colazione in hotel e trasferimento in aeroporto in tempo utile per la partenza del volo da Pralis a Mahè e coincidenza con il volo diretto ad Abu Dhabi. Pernottamento a bordo.
14 Agosto 2016:
Arrivo ad Abu Dhabi e coincidenza con il volo per Milano Malpensa